Il contesto è bucolico. Cespugli, tane, alberi, erba. Sembra quasi di percepire il profumo della terra smossa dalle zampette di TaLpa, l’odore del fango in cui si crogiola il maiale. Fango incluso, è tutto incantevole.
Al contesto boschivo se ne contrappone un altro fatto di pennini, francobolli, tazze da te e desiderata elettronici, perché nonostante siano immersi nella natura e non vestano panni umani, tutti gli animali, che siano essi della fattoria o del bosco, vivono al passo coi tempi, in tane organizzate e in un sistema di socialità familiare e consueto che rispecchia quello di chi legge e che avvicina in maniera naturale il lettore al quotidiano di chi, invece, popola le pagine, affascinandolo e meravigliandolo al contempo.
Ora, c’è da dire che io amo moltissimo i racconti illustrati, specie se sono abbastanza corposi da consentire il ripetersi di sorrisi o tensioni o brividi. Qui si tratta di sorrisi, a iosa. Il ritmo, quindi, e l’impostazione, il tono, mi hanno conquistata. La freschezza del lessico e delle illustrazioni in bianco e nero vanno a braccetto con un sapore brioso e naif che, come dicevo, tende a muovere le labbra verso sorrisi di compiaciuta complicità con i protagonisti, anche quelli che tendenzialmente per la loro nomea e per certe naturali inclinazioni, potremmo annoverare tra le fila degli antagonisti. E si comincia a sorridere da quando il maiale bussa al monticciolo di terra che fa da porta alla tana di Talpa e lei, cieca come una talpa, scambia il suo grugno per qualcosa d’altro, liquidando il venditore di prese elettriche, e da lì in poi in un turbinio di bricconerie, fraintendimenti, slanci di generosità, e ancora tassi truffaldini, ma anche TaPpe truffaldine, e maiali furbacchioni (o dolcemente, teneramente, sofficemente naif?) la storia si dipana, con qualche garbuglio, a partire da un biglietto vincente della lotteria. 100.000. Diamine, son tanti! Meglio dividerli tra tutti gli animali con lo strumento democratico per eccellenza, il voto. E quindi si incarica il topo di spargere la notizia e l’assemblea si tiene, con tanto di belvale, ehm… verbale.
Proprio durante l’assemblea i personaggi prendono corpo e assumono contorni definiti, si impara a riconoscerli, con qualcosa ci sorprendono, con altro ci accolgono nel contesto del familiare. Dei tassi, lo sappiamo bene da quello di cui ancora si parla a Bull Banks, non c’è da fidarsi troppo, così come della puzzola, che di pungente non ha solo l’odore. Ma certe zampette furbe e ingorde sono necessarie a tutte le storie, perché prendano una consistenza forte, rotonda, profumata.
L’attenzione ai dettagli e la cura editoriale tenera e attenta ne fanno un libro delizioso, quasi quanto la tondissima, e immaginiamo rosa, generosità del maiale. (articolo sul blog della libreria, AtlantideKids)